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Gen.-Feb. 2011

Circoli

Sandro Guaschino & Casale Tricolore

Vilfredo Pareto, economista liberale (e quindi lontanissimo dal mio pensiero) ma anche grande politologo e sociologo il cui metodo di lavoro era improntato al più spiccato realismo (e questo me lo rende già più simpatico…), insegnava come si fa a "spennare l'oca senza troppo farla gridare".

Chi è l'oca? E chi la spenna? L'oca siamo noi: uomini e donne, cittadini, lavoratori, contribuenti. E chi la spenna sono "lorsignori", quelli che tirano le fila dei cosiddetti "poteri forti" che dirigono l'economia, la finanza, gli Stati. Pareto arrivava al punto di negare l'esistenza degli Stati: non esistono Stati - diceva - ma solo minuscole oligarchie di affaristi che, controllando i governi, dettano le regole e approfittano della incompetenza e della stupidità delle masse, le quali non sono nemmeno in grado di "capire" quelle regole e le loro vere finalità.

Non so se George Orwell conoscesse Pareto, ma il suo "Grande Fratello" agisce allo stesso modo: controlla i pensieri e - attraverso i pensieri - la vita del popolo, asservendolo così ai suoi fini.

Entrambi questi profetici autori hanno intuito un futuro nel quale il lavoro, il sudore ed il sangue delle masse sarebbero andati ad arricchire pochi abili approfittatori, capaci a plasmare ed imporre stili e modelli di vita a loro piacimento. Con l'avvento dell'era del consumismo, questo futuro è diventato realtà. Dall'animo dell'uomo di è estirpato tutto ciò che di bello e nobilitante poteva esserci, tutto ciò che era spirito, e lo si è ridotto a pura materia, a homo oeconomicus, o meglio homo consumans: consumatore.

Nella società naturale l'economia era una delle componenti della vita dell'uomo, e l'economia era al servizio dell'uomo; ora, in questa società artificiale, le parti si sono invertite: l'uomo è al servizio dell'economia. L'uomo "deve" produrre e "deve" consumare, e le masse accettano passivamente e acriticamente questi imperativi senza porsi domande, senza chiedersi a chi giovi veramente tutto questo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una società sempre più degradata, uomini sempre più abbrutiti ed incapaci di sottrarsi alla logica perversa dei consumi che ormai li ha "drogati", il materialismo come unica ideologia, la morte dell'etica e della politica, un impoverimento diffuso laddove ci si illudeva di ottenere arricchimento, perdita di tutele e di potere contrattuale da parte dei lavoratori sempre più in balia delle decisioni del grande capitale (vedi caso Fiat-Marchionne).

Noi non abbiamo il potere di rompere questo maleficio, ma teniamoci ben stretti i nostri sogni, noi "pazzi", noi sognatori, noi Don Chisciotte, noi Cyrano de Bergerac, noi che amiamo anziché odiare, perché forse un giorno sarà la nostra "pazzia" a salvare il mondo!

 

Alberto C.

CASALE TRICOLORE

 

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